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Pisa-Parma 1-2, l’analisi della partita

La sconfitta beffarda per 2-1 con il Parma deve far riflettere per alcuni errori difensivi ma lascia ad Aquilani la consapevolezza di aver costruito una vera identità di squadra in breve tempo

Nonostante le assenze, l’inferiorità numerica e le ingenuità commesse il Pisa ha confermato di essere una squadra che segue lo sparito del suo allenatore. Anche nei momenti di difficoltà. Il tutto al cospetto di una signora squadra che ha contribuito dar vita a una bella partita e che non è certo prima per caso con 9 punti in tre partite. Con sei gol fatti e uno subito.
La prima mezz’ora è stata tutta del Parma. Un palo con Partipilo , il gol di Bonny e tanta manovra palla a terra. Nell’azione che sblocca la gara il Pisa si fa prendere di infilata dallo slalom di Sohm e poi la difesa non riesce a chiudere sulla punta gialloblu. Lo stesso Bonny diventa spesso imprendibile per Leverbe, ieri in grande difficoltà,  che è costretto al fallo sull’attaccante lanciato a rete. Volpi mostra il giallo ma giustamente viene richiamato dal Var.

Il rosso ci sta tutto e il Pisa resta in dieci. E qui viene fuori l’identità, il carattere e anche il gioco della squadra di Aquilani che non si disunisce e non perde la testa. Proprio l’allenatore nerazzurro azzecca la mossa giusta. Toglie Arena, ieri sera impiegato sulla fascia destra, e inserisce Hermannsson per dare più sostanza alla difesa. A quel punto inizia a crescere Barbieri dopo che per mezz’ora Zagaritis lo aveva decisamente messo in difficoltà.
Crescono tutti e soprattutto la squadra mostra l’intelligenza di saper condurre il gioco palleggiando bene ma senza forzare. Primo comandamento: se la palla l’abbiamo noi gli altri devono rincorrere. E fanno fatica. E qui di palleggiatori ce ne sono. Soprattutto nella ripresa quando D’Alessandro diventa imprendibile, Valoti inizia a carburare e Veloso sale in cattedra da vero professore con Marin che inizia a far legna e non disprezza neppure qualche giocata. Una menzione anche per il nuovo arrivato Mlakar, in campo dall’inizio dopo pochi allenamenti,  che per caratteristiche sembra l’attaccante giusto al gioco di Aquilani. Ora gli va dato un po’ di tempo.

La seconda svolta della gara è arrivata quando Coulibaly ha commesso fallo a centrocampo sull’onnipresente D’Alessandro rimediando il secondo giallo. Con il parma in dieci Pecchia toglie Sohm e Bonny in un colpo solo e decide di cautelarsi con Osorio e di dare freschezza all’attacco con Benedyczk. Il copione non cambia. Il pisa guadagna metri e grazie anche ai cambi cresce. Soprattutto la verve di Lisandru Tramoni e Calabresi che con il loro ingresso danno fiato alla corsia di destra, dove Barbieri ha dato tutto, e prendono d’infilata il Parma nell’azione che porta all’aggancio in area di Begic su Valoti. Rigore molto discusso ma dal dischetto Valoti segna nonostante Chichizola per poco non riesca a respingere.
Qui si apre un altro breve ma purtroppo decisivo capitolo. Il Pisa non si accontenta e cerca di vincere. Il Parma però è squadra esperta e sa che può ancora far male. Il gol vittoria nasce da un errore sulla destra di Jureskin che entra in scivolata con il tempo sbagliato su Begic che poi è libero di mettere in area, palla a Delprato e alla fine spunta Colak, in estate seguito anche dal Pisa, che tocca uno dei suoi pochi palloni. Ma è quello buono e vale la rete da tre punti.

Ingenuità, troppa generosità, poca concentrazione, errore del singolo. Chiamatelo come volete ma questo è un gol che fa male perché era evitabilissimo. Ed è un gol che fa male perché la squadra non meritava di perdere. Adesso questi errori, anche quelli del primo tempo, devono servire da lezione. Il Pisa c’è, va registrato qualche meccanismo difensivo. La strada del gioco è quella giusta. Con questo spirito, questa mentalità e questa qualità, anche in difensori come Canestrelli, i risultati arriveranno.

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