Terza sconfitta stagionale, seconda all’Arena, per un Pisa che non convince soprattutto nelle gare casalinghe. Al netto di un Cosenza che ha meritato al vittoria. E l’ha voluta, ottenendola, fino all’ultimo istante
Sette punti fuori e uno solo all’Arena sono un bilancio fin qui magro anche se i nerazzurri devono recuperare la gara casalinga con il Lecco. In casa la vittoria manca da sette partite. Quattro nella passata stagione e tre in questa. Caro Pisa, così proprio non va.
Il gioco latita e il progetto estivo per il momento stenta a decollare. Il tempo è dalla parte di Aquilani ma la partita di ieri lascia grande amarezza in casa nerazzurra. In primis nel tecnico nerazzurro. Non è possibile che dopo sette giornate la squadra è rimasta in dieci quattro volte. Tre di queste nel primo tempo e con la squadra già sotto di un gol. Ieri è toccato al giovane brillante ma inesperto Barbieri che al 41′ aveva già rimediato due cartellini gialli. In precedenza però ne avevano fatto le spese giocatori più esperti. Quasi 180 minuti in inferiorità numerica non sono sostenibili in serie B. Andare sotto già in quattro partite su sette non è sostenibile in serie B.
Con l’uomo in meno e già sotto di una rete diventa come scalare l’Everest. L’approccio ieri è stato sbagliato. E non è la prima volta. Il Cosenza non è venuto a difendersi, anzi è stato spigliato e veloce fin da subito. Uscendo dai blocchi nel migliore dei modi e lasciando sul posto il Pisa. Segno che anche la condizione fisica è sempre precaria. Al primo tiro Voca fa centro ma il Cosenza legittima il vantaggio perché il Pisa del primo tempo è tutto su un tiro a lato di Mlakar e un colpo di testa di Canestrelli, sull’unico spunto di Vignato, parato da Micai. La squadra è andata in confusione. Palleggio sterile e mai in verticale. Il pallone va spesso indietro e mai avanti. E anche quando un regista illuminato come Veloso, sostituito a fine primo tempo, inizia a far fatica ti accorgi che il pomeriggio è molto duro.
Davanti poi c’è il buio completo. Mlakar è ancora difficile da giudicare e Vignato appare lontano dalla condizione migliore. Così come Valoti che, al contrario di quanto aveva fatto D’Alessandro, non ha ancora impattato al meglio con la nuova realtà. Moreo non va in gol da aprile e stavolta non ha neppure fatto il solito lavoro prezioso nel gioco di sponda. Gli ingressi hanno migliorato leggermente le cose, anche se il gioco ha continuato a latitare, ma almeno il Pisa ha avuto il merito di restare in partita. Un po’ perché tre occasioni nitide le ha create, un po’ perché il pur bravo Cosenza, come ha sottolineato lo stesso tecnico Fabio Caserta, non ne ha approfittato fino in fondo. Un palo a fine primo tempo con Tutino e qualche contropiede non sfruttato. Malgrado nel mezzo Calò e Praszelik siano stati tra i migliori in campo.
Il finale è un po’ lo specchio del momento no del Pisa. Il nuovo entrato Masucci riceve palla da Beruatto e scarica in rete il pareggio. Una boccata d’ossigeno per i settemila dell’Arena e per la squadra. I nerazzurri però hanno il torto di non reggere durante il prolungamento del recupero dopo il controllo al Var che conferma la rete dell’inossidabile Masucci. Il Cosenza ci crede ancora e su un calcio d’angolo di Calò spunta la testa di Mazzocchi, con la difesa piazzata, e la notte si fa buia per il Pisa.
Segno che anche l’attenzione e la fase difensiva devono sempre crescere. E i buoni segnali visti nelle due trasferte non hanno avuto continuità. Tre gol subiti in sette partite dopo il novantesimo, compreso quello di Modena con la squadra già sotto, sono decisamente troppi. Se allarghiamo a dopo il minuto 85 i gol subiti diventano quattro perché c’è anche quello preso con il Bari. Gli altri tre invece sono arribvati tutti nel primo quarto d’ora. Altro dato interessante per analizzare gli approcci alla gara. Capitan Caracciolo, dal primo minuto al posto di Leverbe, non è ancora apparso quello che tutti conosciamo.
Il tempo c’è ma ci sono tanti dati su cui riflettte. A cominciare da quello delle conclusioni e dei gol. E’ servito un ragazzino di quasi 39 anni per gonfiare la rete. Il Pisa dopo la sosta era andato in gol solo con i difensori Beruatto e Canestrelli. I due più pericolosi della gara di ieri. Assieme ad Esteves che è entrato bene così come Piccinini. Il ritorno di Torregrossa può risolvere parte dei problemi, ieri è andato un po’ a sprazzi, ma non può bastare. In attesa di rivedere al meglio il numero 10 e di recuperare l’infortunato Gliozzi la preoccupazione è grande. Perché potenziali uomini gol, compreso il pur bravo Arena ieri rimasto in panchina, al momento non ci sono.
Ovvio che deve migliorare anche la costruzione del gioco e la condizione fisica. Ancora carente. Aspetti che anche ieri hanno lasciato a desiderare al netto che questa squadra è stata anche falcidiata dagli infortuni in questa prima parte di stagione. Adesso la sfida con lo Spezia, non si sa ancora se si giocherà in Liguria o a Cesena, diventa una grande occasione di riscatto. E il Pisa non può sbagliare due gare spartiacque di fila.