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L’analisi di Venezia-Pisa 2-1

Il Pisa perde 2-1 a Venezia e rimedia la seconda sconfitta di fila in pochi giorni. Il campanello d'allarme deve suonare in maniera forte.

Undici partite, dodici punti e cinque sconfitte già incassate. No, il progetto del nuovo Pisa per ora non funziona. Anche a Venezia si sono visti tutti i limiti di una squadra che, al netto dei tanti infortuni, mostra carenze in ogni reparto.

A Venezia la gara è stata equilibrata ma nei momenti chiave il Pisa è di nuovo mancato, come aveva già evidenziato Aquilani, nelle due aree. Inconcludente in zona gol, poca cattiva quando c’è da impedire agli  avversari di andare a segno. Il gol decisivo subito da Johnsen, con un clamoroso corridoio lasciato libero sul passaggio di Tessmann, è la fotografia di una squadra poco attenta nei momenti chiave della partita.
E pensare che la squadra nerazzurra era entrata in campo con la determinazione giusta. Conquistando un rigore con un’azione atipica rispetto a quanto visto finora: lancio dalle retrovie di Canestrelli a far viaggiare Barbieri e rigore sacrosanto per il fallo di Bertinato. Valoti segna dal dischetto come con il Parma e diventa il primo nerazzurro a segnare due gol.

La squadra in quel momento non insiste anche se il Venezia inizialmente accusa il colpo. I lagunari provano a spingere ma non sembrano illuminati. Merito anche del Pisa che per mezz’ora contiene bene e potrebbe anche raddoppiare con un tiro di Esteves dopo un cross dalla destra di Marin respinto da Candela di testa. In quel caso è bravo Bertinato. I nerazzurri poi vengono punti sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Bjarkason centra da destra, Tessmann di testa anticipa Canestrelli e mette dietro per Pierini che segna di sinistro. I nerazzurri concedono qualcosa, occasione di testa per Busio e punizione dal limite di Tessmann, ma hanno anche buone opportunità ma Mlakar, rilanciato titolare a causa dell’assenza di Torregrossa, non approfitta di una distrazione della difesa di casa. E Marin trova i riflessi di Bertinato.

In avanti Mlakar e Vignato combinano davvero poco e confermano il loro difficile inizio di stagione. Nel mezzo Marin è come sempre da battaglia mentre Veloso non riesce ad alzare il ritmo. Sugli esterni meglio Barbieri di Esteves. Nella ripresa Aquilani lascia Leverbe nello spogliatoio per il solito giallo rimediato nel primo tempo. Entra Hermannsson e rimedia subito un giallo  anche lui. Probabilmente eccessivo.

Il Venezia ha il merito di capire che, anche se non è nella sua giornata perfetta e Pohjanpalo a pochi spazi, ci sono altri modi per mettere in crisi l’avversario. Intanto la squadra di Vanoli sta più costantemente nella trequarti del Pisa e i nerazzurri faticano a ripartire.

Poco dopo l’ora di gioco escono Vignato e Mlakar per Piccinini e Moreo. Il Venezia fa entrare e Lella per Pierini e Bjarkason. Saranno mosse decisive. Johnsen prima viene respinto all’uscio da Nicolas e poi segna senza che la difesa nerazzurra lo contrasti al momento del tiro. Entrano anche Lisandru Tramoni e dopo cinque mesi si rivede anche Gliozzi, al posto di Veloso e Valoti, ma le occasioni arrivano solo nel recupero. E con Piccinini che non è un bomber di professione ma che quanto meno ha avuto il merito di dare un po’ di vivacità. Come ha fatto anche il più piccolo dei Tramoni.

Non è il tempo dei processi, mancano ancora 27 partite,  ma è giusto dire che  quando sei quattordicesimo con dodici punti  devi avere almeno una percezione del pericolo. I problemi ci sono. E sono piuttosto evidenti. Dall’attacco poco prolifico, a una difesa poco lucida nei momenti chiave, a un centrocampo che costruisce in modo troppo discontinuo.

Aquilani, oltre al gioco, deve dare alla squadra quella mentalità da zona salvezza, perché quella è la prima meta da raggiungere dopo una partenza di questo tipo, che non è al momento nel Dna di una squadra che per cercare l’estetica rischia di andare ancora più in confusione. E’ giusto non snaturare i principi di gioco ma al tempo stesso serve uno spirito diverso nei momenti cruciali.

Non tanto ieri, ma in generale questa squadra deve leggere meglio alcune situazioni. E quando non riesci a vincerle prova almeno a non perderle. Per dare un minimo di sostanza alla classifica che in B è come sempre molto corta.  E alla quale è giusto non precludere niente. Al mercato di gennaio mancano ancora due mesi ma qualcosa va cambiato. Per non andare incontro a un torneo in sofferenza.

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