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Pisa, Corrado: “Dallo stadio al rapporto col Comune. Spiego tutto”

Le dichiarazioni del presidente nerazzurro nella conferenza stampa che pone fine al silenzio societario. Dallo stadio ai media, fino al rapporto con le infrastrutture: "Non ci è dato sostegno. C'è disinteresse"

Dopo un silenzio stampa durato circa quaranta giorni (iniziato alla vigilia della partita del Pisa contro lo Spezia, il presidente nerazzurro Giuseppe Corrado ha convocato per questa mattina, mercoledì 6 marzo alle ore 11:00, una conferenza stampa con gli organi dell’informazione. In una sala stampa piena, il presidente ha analizzato vari temi: dalla decisione del silenzio stampa, passando per la critica all’operato dei media, quindi concentrandosi sui temi relativi allo stadio, al rapporto con il Comune e al centro sportivo.

La conferenza è iniziata con un discorso del presidente.

Abbiamo programmato la conferenza una settimana fa per dimostrare che non era vincolata al risultato. Torniamo a parlare dopo aver fatto decantare per quaranta giorni circa una situazione che non ci è piaciuta affatto. Parlavano in troppi, e noi abbiamo preferito limitarci a pochi comunicati.

SULLA DECISIONE DEL SILENZIO STAMPA – “Stadio? Noi le vittime. Abbiamo avuto una sensazione di isolamento: sembrava che le cose che riguardassero la squadra interessassero solo a noi. Allora perché parlarne con altri? Questa situazione ha sorpreso chi non è abituato. Knaster si è stupito di questo disinteresse riguardo gli sforzi degli azionisti. Nessuna disponibilità da parte di nessuno. Io mi sono abituato a questa situazione sette anni fa, lui no, e ha partecipato a situazioni più importanti di Pisa. Ha giudicato questa situazione non accettabile. Così abbiamo deciso di isolarci, per arrivare al momento di oggi, quando preciserò le posizioni nostre. Ero abituato perché sette anni fa, quando decidemmo di venire a Pisa dopo lunghi pensieri, che ci portavano a valutare il perché farlo, dato che al momento non c’era niente di positivo: c’erano debiti, non c’erano giocatori di proprietà ne centro sportivo. C’era solo un bel tifo, un bell’ambiente, ed è per questo che facemmo questo investimento. L’ambiente che avremmo potuto trovare”.

QUANDO ARRIVARONO I CORRADO – “Il sindaco Filippeschi provò a convincere me e Ricci. Non c’era uno stadio, San Piero a Grado non era così, noi abbiamo investito un milione di euro a casa non dell’Università, non casa nostra. Questa è una città che per l’infrastrutture sportive è stata arenata da trent’anni. Questo intendeva dire Giovanni qualche settimane fa. Non c’è un campo dove allenarsi se piove. L’allora sindaco Filippeschi mi disse che sarebbero venuti incontro, dando sostegno. Il sostegno fu quello di assumersi 800mila euro di debiti, sennò non avremmo giocato la prima partita con la Ternana. Non c’era un impianto di illuminazione. Abbiamo rilevato delle spese. Quelle spese le abbiamo recuperate al 50% dopo due anni“.

SUI MEDIA – “I media hanno tutto il diritto di dare valutazioni che dovrebbero essere oggettive, ma sono soggettive. Dobbiamo fare delle considerazioni di carattere generale. L’interpretazione dei fatti devono basarsi sul contesto. Si può parlare dei risultati, ma a volte sentire certe valutazioni sul risultato sportivo ci lascia perplessi. Noi, come azionisti ambiziosi, possiamo essere moderatamente soddisfatti. Credo che l’ambiente e i media debbano essere pienamente soddisfatti. Un ciclo di positività in B, dopo trent’anni di isolamento in categorie inferiori, con società che sparivano. Se noi possiamo essere parzialmente soddisfatti, l’ambiente deve essere eccezionalmente soddisfatto. Noi abbiamo l’ambizione di andare oltre, ma in maniera coerente, corretta. La storia del calcio italiano è fatta di successi raggiunti velocemente, e il nostro lo è: siamo da cinque anni in Serie B, dentro a un calcio che conta nella maniera dovuta, con il rispetto che serve. La Serie B di ora non è quella di cinque anni fa: ci sono Sampdoria, Bari, Palermo, città da oltre 700mila abitanti, non più le Entella e Pordenone. È pieno di società ambiziose. Non squadre che fanno il saliscendi B-C. I media questo non lo mettono in evidenza. Non ha nemmeno capito il silenzio stampa, qualcuno si è permesso di giudicarlo. Per fare il giornalista si può essere specchio o finestra. Uno riflette se stesso, l’altro guarda il mondo. Voi dovete essere finestra. Questo non è stato fatto”.

SUL LIVELLO SPORTIVO – “Abbiamo vissuto un anno particolare, come i tanti infortuni traumatici. Nessuno di noi in società ha voluto trovarle. Abbiamo cercato di superare ostacoli, tentando di correggere le cose che potevano andare meglio. Riaprire una progettualità nuova, con allenatore nuovo, che può reinterpretare il gioco. Siamo andati su una strada che deve essere interpretata, il linguaggio deve essere quello che serve per interpretare al modo giusto le cose. Lunedì dopo Cittadella ho letto “Pisa operaio sbanca Cittadella”. Cosa vuol dire? Chi ha scritto quello vuol dire che non ha visto il pallone”.

Non è un Pisa operaio, è quello di sempre. Non abbiamo cambiato di una virgola. Forse abbiamo giocato più sereni perché in trasferta, quello certo: quando giochiamo in casa ogni passaggio all’indietro sentiamo brusio. Ma questo è il nostro modo di giocare. I media creano situazioni di malessere che si ripercuotono quando la squadra va in campo. Quando i media diventano avversario, ci lascia amareggiata. Quando si trovano persone radiate dal mondo del calcio per parlare male di noi, è vergognoso. Già intervistare chi ha fatto il calciatore chiedendo il parere di gestione di una società è come chiedere al muratore come progettare un palazzo, ma almeno ha esperienza. Poi capisco che avete avuto per vent’anni società con persone radiate. Disturba che alla vigilia della sfida di una partita di Cosenza, qualche… giornalsita, dica i nomi di due allenatori pronti a subentrare ad Aquilani è grave. Vergognoso verso chi lavora. Potrebbe avere un senso se la fonte fosse vera, ma quando è falsa è peggio ancora. Quando si dice che Beruatto non vuole giocare perché vuole andare via dal Pisa, quando invece Beruatto è all’ospedale a curarsi una caviglia. Lo stesso di Touré. Sono bugie, fandonie. Situazioni che creano disagio all’interno della nostra squadra, del nostro ambiente, malessere che dobbiamo affrontare. Questo ci ha offeso. Con chi dovremmo andare a parlare? Con gente che intervista radiati?

SERIE B – “La Serie B è sempre più attrattiva, mai due televisioni come Sky e DAZN hanno trasmesso per tante stagioni consecutive le partite in diretta. Lo staff in ogni società è migliorato. Il calcio è diverso, più industriale, e deve avere una chiave di lettura diversa, e deve essere un’ambizione anche per i media. Non come ricerca di pettegolezzo, gossip, scandalo. Non è questa la chiave di lettura che aiuta la società. Il media non deve aiutare il Pisa. Il media deve aiutare a capire le ragioni di certe situazioni”

SCIOPERO CURVA – “Lo sciopero della Curva porta un danno incommensurabile. Sotto livello economico non perdiamo niente, gli abbonamenti sono venduti, ma cerchiamo sostegno. Non ricavi. Infatti in casa abbiamo fatto 14 punti, in trasferta 20 punti. Insomma, avremmo sei punti in più, saremmo vicini al Palermo”.

STADIO – “Quando fu chiusa la gradinata, il Prefetto mi convocò con Sindaco, Questore, vigili. Per far presente la situazioni. Erano emerse problematiche strutturali della gradinata, con toni di preoccupazione. Si è comportata in maniera di partecipazione rispetto a un danno. Noi abbiamo pensato ai nostri abbonati, trasferendoli in tribuna, rinunciando a biglietti. Il prefetto aveva annunciato un lavoro di riverifica generale dello stadio. Io sono preoccupto, ma deve esserlo ancora di più il Sindaco, che è il proprietario e mi ha garantito dei posti. Se questi non ci sono per motivi di negligenza, dovrò chiedere danno al sindaco. Hanno fatto ulteriori verifiche. Sono state trovate ulteriori problematiche perché vi abbiamo chiesto autorizzazioni per accendere il tabellone luminoso che abbiamo fatto. Ma se non lo avessimo fatto, gli spettatori avrebbero rischiato? Loro non risposero. Perché non hanno lavorato in estate? Non si sa. Se non avessimo chiesto la visita per l’autorizzazione dello schermo la gradinata non sarebbe stata chiusa, ma sarebbe stata precaria. Se ci fossimo messi a fare sciopero anche noi, non avremmo giocato. I tifosi hanno deciso di essere solidali con quella della gradinata, e maniferstare la loro preoccupazioni. Per il curvino, l’amministrazione comunale ha detto che sarebbe stata possibile l’apertura, ma perché non è stato fatto prima? Perché il Pisa deve essere tradito? Anni fa ci dissero che era impossibile riaprirlo. Ho un documento ufficiale dove ci venne notificato che per riaprirlo sarebbero serviti un milione e 800mila euro, per 500 posti. Adesso invece è venuto fuori che costava 140mila euro per aprirlo in modo veloce. Ma scusate, perché mi hanno tolto 500 posti in un settore dove i biglietti sono esauriti con gli abbonamenti? L’assessore Latrofa ci ha detto che i lavori non era stati presi in considerazione perché era imminente lo stadio, ma in realtà allora ci dissero che servivano 36-48 mesi, tanti anni che avrebbero giustificato i lavori, nei quali invece il Pisa ha lavorato per migliorare la struttura Arena. Abbiamo creato la sala var, la sala doping, abbiamo fatto dei grandi investimenti strutturali, che hanno portato alla società di spendere circa 1,2 milioni di euro, non i 140mila euro per il curvino! Abbiamo speso questi soldi per uno stadio non nostro.

Avevamo firmato una convenzione che prevedeva una lavanderia, una palestra nello stadio. Locali non a norma a detta dei vigili del fuoco, che hanno fatto il loro mestiere. Abbiamo dovuto sopperire con spese in locali esterne allo stadio. Abbiamo fatto spese strutturali che il Comune non era in grado di sostenere e che noi abbiamo anticipato. Una volta che le spese non ci sono state rimborsate, abbiamo smesso di sospendere le spese dell’affitto nei locali di PisAmo, dove siamo affittuari. Il sindaco ci ha chiesto di onorarli, e saremmo stati rimborsati. Era luglio 2021. Noi abbiam pagato cosa abbiamo dovuto pagare, e sollecitato il rimborso da parte del Comune. Siamo arrivati a 51 mail, senza ricevere mai una rispsota. Abbiamo un credito di oltre 400mila euro, e aspettiamo che venga saldato.

STADIO NUOVO – “A tre giorni dal nostro arrivo abbiamo aperto un progetto, presentati alla Camera di Commercio, riunioni alla Leopolda. Abbiamo aperto una progettualità importante, mai negato l’importanza di uno stadio. Per accelerare un progetto di tre anni, abbiamo accettato una variante. Purtroppo poi è arrivato il Covid, che ha cambiato i rapporti economici di un progetto che stava in piedi a fatica. Abbiamo cercato, attraverso altri consulenti, arrivati dal nuovo socio Knaster per tentare di rendere economica una cosa. In estate abbiamo presentato al Comune di valutare se c’era possibilità di alienazione, dove attraverso l’acquisto dello stadio saremmo usciti dalla logica di un bene pubblico, accelerando in una maniera diversa, come è stato fatto a Udine, Bergamo e Reggio Emilia. La proposta è stata formulata a setttembre, a fine gennaio abbiamo scoperto che non era iniziato l’iter della valutazione del cespite. Un aneddoto per capire cosa abbiamo trovato a Pisa: quando abbiamo fatto la finale playoff a Trieste. C’era una certe tensione che rendeva difficile concentrarsi su altro. Facendo un giro assieme all’allora presidente della Lega Ghirelli e del proprietario della Triestina, sono arrivati complimenti per le strutture, che a loro avevano fatto il Comune. Finita la partita c’erano molti politici, tra cui Latrofa. “Non vi preoccupate” ci disse. Certi atteggiamenti verso le infrastrutture sportive a Pisa sono stati trattati con superficialità. La cosa facile è basarsi sul passato”.

SAN PIERO A GRADO E NUOVO CENTRO SPORTIVO“Noi abbiamo fatto tanti investimenti, ma erano indispensabili per noi per proseguire il lavoro. Adesso il calcio è cambiato, che si basa su piccoli aspetti. Il centro sportivo era necessario. Investimenti che rimarranno all’Università. Non abbiamo trovato nel territorio nessun centro sportivo adatto su dove costruire per una società che ambisce alla Serie A. Quindi, da un nostro creditore abbiamo rilevato un territorio. Knaster ha accelerato il processo: non accettava le condizioni in cui si allenava il Pisa. Arrivato a gennaio, il 6 aprile abbiamo dato incarico ai progettisti, con i tecnici del Comune, di avviare. Loro promettono che a fine luglio ’23 i lavori sarebbero finiti. Quindi, cominciano i vari ritardi. L’approvazione della variante. Noi ci siamo assunti dei rischi. Si arriva in fondo all’iter. Chiesta la documentazione finale, per arrivare a metà dicembre per le conferenze e arrivare in consiglio a metà febbraio. Abbiamo speso circa 250mila euro in più di consulenze per rispettare le scadenze del Comune. Passati due mesi dalla consegna, qualche ufficio del Comune ci ha chiamato per delle delucidazioni. Quindi, scopriamo il ritardo per un mancato ritardo del pagamento di un bollettino, che invece era pagato e in Comune, si erano dimenticati di consegnarcelo. Il Sindaco ci ha promesso che il rispetto della scadenza di giugno sarà rispettato sicuramente. Noi crediamo che lui rispetterà queste scadenze. Un progetto importantissimo del Pisa ma di Pisa, sarà da specchio di una città capace di realizzare progetti importanti negli ultimi trent’anni. E sarà una realtà capace di attrarre investitori di ogni settore”

Quindi, in chiusura: “Il silenzio è stato fatto per protestare anche noi”

E un messaggio ai tifosi della Curva: “Ho conosciuto persone rigorose, attaccate alla propria squadra, che hanno ragioni di comportamento. Ho apprezzato sempre la loro coerenza. Knaster pure ha compreso la protesta dei tfosi. Hanno le loro ragioni, le nostre stesse ragioni, perchè vengano danneggiati tanto loro quanto noi, che in più perdiamo il loro sostegno. Però, non venire allo stadio fa un danno alla loro squadra. In questo contesto, non si può dire che questa società non abbia fatto tante cose, ma per realizzarle abbiamo bisogno dello stadio, cioè l’ambiente che conosciamo, l’unico motivo che ci portò a fare l’investimento all’epoca, quando nemmeno il settore giovanile c’era. L’ambiente dello stadio fu motivo del nostro investimento. Il clima di soggezione agli avversari, il calore, abbiamo bisogno che tornino. Non riteniamo più giusto che chi non ha colpe, come la società, debba pagare le colpe degli altri”.

Se il progetto dovessimo essere noi, la soluzione è semplice, semplicissima. Ci facciamo da parte. Se quello che stiamo facendo per Pisa non piace abbastanza ci sono alternative. Molte città, molti territori, molti Comuni da anni ci sollecitano costantemente. Noi possiamo iniziare un progetto da un’altra parte, dove essere apprezzati per il nostro stile di lavoro, e i tifosi avere quello che meglio soddisfa. Se però non è così, e siamo sempre voluti, ci devono dare una mano. A sostenerci e a rimuovere i danni che altri causano a noi”.

 

Spazio alle domande.

Cosa le ha portato adesso a queste delucidazioni? Abbiamo dato precisazioni a chi ha comunicato cose che non erano state dette in maniera veritiera. Sapete che all’inizio abbiamo avuto qualche sciacallo attorno. Stadio, centro sportivo e curvino sono problemi di ultimi cinquanta giorni, e abbiamo precisato motivi con cui siamo inc****i”.

Silenzio stampa. Un dialogo maggiore con la stampa non avrebbe potuto aiutare? Ma la società dopo sette anni non avete imparato a conoscerla? Se non dà notizie vuol dire che non ce l’ha”

Stadio. Il futuro? “Stiamo aspettando per dirci quando possiamo comprarlo. Siamo in attesa. Ma dobbiamo trovare una soluzione alternativa. Stiamo valutando. Sono seccato. A oggi non potremmo andare in Serie A, dove fare in fretta per fare qualcosa di temporaneo.  Adesso non si scherza più con le strutture. Se non vi sono più le caratteristiche, non ci si può più iscrivere al campionato”.

Altri posti dove costruire uno stadio. Avete valutato? “Il nostro obiettivo è avere lo stadio a Pisa. Cagliari è un esempio: in quattro mesi si può fare uno stadio temporaneo, e nel mentre si può costruire. Stiamo pensando a uno stadio temporaneo”.

Termini sportivi, che vi aspettate? “Di recuperare infortunati. Dopodomani operano Barberis, e saranno otto-nove mesi. Ci aspettiamo che la crescita e la fluidità di avere cambiato l’approccio al campo, vediamo giocatori che rispetto a settembre sono migliorati tecnicamente. Poi ci aspettiamo il pubblico. Ci manca il pubblico. Se avessimo il rendimento che abbiamo avuto fuori casa, allora avremmo sei punti in più. Giocare in una situazione ambientale fredda è difficile”.

Parliamo di campo. Annuncio che è finito il silenzio stampa. Da venerdì tornerà a parlare Aquilani. Ripeto che non dobbiamo essere negativi, non si può trovare il pelo nell’uovo anche in questa situazione. Chiaramente ci aspettavamo cose diverse, ma quando cambi attori e regista, abbiamo trovato il peggior momento per farlo, per motivi ambientali a causa del crollo della gradinata. Ci sono giocatori e allenatori che sono venuti sentendo parlare del clima, e ancora non lo conoscono”.

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