Il 29 giugno 1982 Marco Tardelli apre la strada al successo per 2-1 dell’Italia sull’Argentina. E’ la svolta nel mondiale di Spagna.
Al Sarria di Barcellona si gioca la prima gara del girone a tre della seconda fase dei mondiali di Spagna. Quello di ferro con Argentina e Brasile. L’Italia è sommersa dalle critiche fin dalla vigilia. Il girone di Vigo ha aumentato lo scetticismo di fronte alla nazionale del commissario tecnico Enzo Bearzot che ha passato il girone a fatica con tre pareggi contro Polonia, Perù e Camerun. Gli azzurri sono promossi solo perché a parità di differenza reti con la sorprendente squadra africana hanno realizzato un gol in più. Dopo il passaggio del turno infuriano anche le polemiche sui premi per il passaggio del turno. Addirittura il caso finisce in parlamento. E’ solo l’ultima di mille polemiche. La squadra decide per il silenzio stampa. Parlano solo Bearzot e il capitano Dino Zoff.
Nel gruppo azzurro c’è il pisano Giovanni Galli, titolare della Fiorentina e terzo portiere alle spalle di Zoff e Ivano Bordon, ma soprattutto Marco Tardelli. Nato a Capanne di Careggine, in provincia di Lucca, ma cresciuto a Pisa ed ex nerazzurro. Prima l’esperienza con le giovanili del San Martino, poi due stagioni in C con il Pisa tra il 1972 e il 1974. Due anni che gli permetteranno di spiccare il volo verso il grande calcio. Prima il Como, promozione in A, e poi alla Juventus con la quale vince tutto. Però il fascino della maglia azzurra è unico per quello scricciolo che nasce terzino e diventa uno dei più grandi centrocampisti del mondo.
Quel pomeriggio caldo del Sarria è il momento chiave del mondiale dell’Italia e di Tardelli. C’è da tenere Diego Armando Maradona. E Bearzot inizialmente pensa di affidarlo proprio a Tardelli che lo aveva seguito da vicino in una sfida con il Resto del Mondo di pochi anni prima. Il “Vecio” decide invece di puntare su Claudio Gentile in marcatura a uomo sul Pibe de oro. Mai mossa fu più azzeccata. Gentile non dà spazio a Maradona e l’Italia dopo un primo tempo di attesa esplode nella ripresa. Grazie proprio a un Tardelli in forma strepitosa.
Al 57′ Conti serve proprio Tardelli che fa velo e poi riceve da Antognoni e segna di sinistro in diagonale incrociando sul secondo palo. Azione da manuale e gol che sa di liberazione. Per Tardelli e per tutta l’Italia. E anche per la nostra città, fresca di promozione in A, che come tutte le altre città italiane inizia a stringersi intorno a quella nazionale. Raddoppia Cabrini e poi non basta all’Argentina il gol di Passarella. Paolo Rossi, tra i più criticati, ancora non si sblocca ma lo farà. Per lui, per Tardelli e per gli azzurri il bello deve ancora venire. Per dirla alla Ligabue.