Il Pisa esce da Cesena con un punto che fa classifica e anche morale. Uno 0-0 però che conferma quanto bisogna ancora lavorare per trovare la strada giusta. Positiva la prova in chiave difensiva e caratteriale della squadra di Aquilani
Una gara più tattica che tecnica e da ritmi sonnolenti in cui ha prevalso la necessità di non perdere su entrambe le sponde. Le occasioni, poche comunque, non sono mancate e sia Spezia che Pisa hanno confermato le difficoltà sotto porta. Un palo per uno, un a tu per tu per uno con i portieri avversari, Kouda nel primo tempo e Torregrossa nella ripresa, uno 0-0 logico e giusto.
La nota positiva in casa Pisa arriva dall’atteggiamento che serve quando la sciabola deve essere preferita al fioretto. Aquilani opta per un insolito 3-4-2-1, che diventava anche un 3-5-2, che in fase di non possesso ha funzionato nel complesso bene al netto di una sbavatura iniziale che poteva costare caro quando Francesco Pio Esposito ha colpito il palo. Canestrelli si conferma leader di una difesa che ha ritrovato gli automatismi giusti e che tutto sommato non è così da buttare. Bene anche Leverbe e , dopo qualche sbandata iniziale, cresce anche Caracciolo. Bravo ancora una volta Nicolas che si conferma tra i migliori della categoria. Positivo anche il fatto di aver contenuto l’ardore iniziale della squadra di Alvini che era scattata meglio del Pisa dai blocchi di partenza.
Il problema principale resta quello di andare in porta. Non solo di segnare. I due esterni, soprattutto Beruatto, hanno fatto un ottimo lavoro di copertura ed Esteves ha colto anche un palo. In mezzo Piccinini ha corso tanto e ha dato a Torregrossa la palla gol più importante della partita, mentre Marin era calato perfettamente nello spirito di lotta dell’incontro. Se la sostanza non è mancata c’è stata tutavia poca qualità. Barberis è andato a sprazzi anche perché deve trovare i ritmi partita.
Normale però che Aquilani, senza tre giocatori fondamentali per il progetto ideato in estate come Arena, D’Alessandro e Matteo Tramoni tutti infortunati, si sia affidato alla prudenza. Segno di maturità da parte del tecnico nerazzurro.
Moreo non ha lesinato l’impegno ma ha giocato troppo lontano dalla porta. Ed ecco che ieri più che mai si è visto quanto questa squadra abbia bisogno di Torregrossa. Un gol sbagliato ma anche cose pregevoli e soprattutto l’unico in grado di creare varchi nella difesa avversaria come nella circostanza in cui ha liberato Esteves al tiro. Ancora una volta non ha convinto Mlakar, subentrato nel finale, confermandosi un po’ il grande punto interrogativo di questo inizio di campionato.
Nel finale è successo di tutto con l’arbitro Doveri che ha avuto un po’ di difficoltà a tenere in pugno la partita. ( NE PARLIAMO IN QUESTO ARTICOLO). Il punto è giusto e non è da buttare. Adesso va sfruttata al meglio la sosta e il buon andamento in trasferta, almeno in termini di punti, va capitalizzato all’Arena contro Cittadella e Lecco.